Salvatore Tringali,dal Teatro Tina Di Lorenzo di Noto, interpreta il canto V dell’inferno.
La Divina Commedia
Intro V canto
Buonasera e benvenuti.
Secondo appuntamento di Dante nostro Contemporaneo.
Ci troviamo sempre qui, al teatro Tina di Lorenzo di Noto.
Per l’occasione set dell’inferno dantesco.
In questo secondo appuntamento affronteremo il Canto V.
Custode del secondo cerchio dell’inferno è Minosse, mitico re di Creta.
Minosse era stato presentato già da Virgilio (nel sesto libro dell’Eneide) come giudice delle anime dei trapassati.
Nella Commedia è raffigurato, secondo il gusto medievale, come un demone grottesco.
Un demone che ringhia orribilmente, attorcigliando la sua lunga coda per indicare il cerchio a cui l’anima da lui esaminata è assegnata.
Alla vista del Pellegrino, che da vivo visita il mondo della dannazione eterna, Minosse interrompe il suo compito di giudice per metterlo in guardia sulla pericolosità del viaggio. Ma Virgilio risponde che il viaggio è possibile perché voluto da Dio.
Segue la descrizione del secondo cerchio dove troviamo le anime dei lussuriosi che vengono travolte da una bufera incessante.
Virgilio indica a Dante le anime di alcuni personaggi famosi dell’antichità classica e del medioevo:
Semiramide, Elena, Achille e altri che si erano lasciati vincere dalla passione amorosa fino a perdere, a causa di quest’ultima, la vita.
Dante ottiene da Virgilio il permesso di parlare con due anime che, diversamente dalle altre, camminano assieme.
Sono le anime di Paolo e Francesca.
Paolo Malatesta e Francesca da Rimini.
Le due anime gli si accostano e mentre Paolo resta muto, Francesca narra la loro vicenda amorosa, abbandonandosi ai ricordi del tempo felice del loro amore.
Dante, preso di pietà per la vicenda dei due innamorati, perde i sensi e cade per terra come un corpo morto.
In un album del 1973 “ Storia di un impiegato” Fabrizio De André tributa un riconoscimento al sommo poeta:
“Dante alla porta di Paolo e Francesca
Spia chi fa meglio di lui
Lì dentro si racconta di una storia normale
Ma lui saprà poi renderla geniale”.