Buonasera,
benvenute/i al quarto appuntamento di “Dante nostro contemporaneo”.
Come vedete abbiamo cambiato set. Siamo saliti su, dal teatro Tina di Lorenzo di Noto al salone delle feste di Palazzo Nicolaci.
Ci troviamo nell’ Antipurgatorio: quinto canto.
Dante e Virgilio lasciano le anime dei pigri e riprendono il loro cammino, salendo lungo la costa del monte. Quando ecco che va incontro a loro una schiera di anime. Sono le anime dei morti per violenza subita, pentiti in punto di morte. Vanno cantando il salmo miserere (abbi pietà) e chiedono preghiere per affrettare la purificazione. Tre di queste narrano a Dante la loro tragica fine.
La prima anima è quella del ghibellino Jacopo del Cassero. Ucciso dai sicari di VIII d’Este, signore di Ferrara, del quale era stato avversario.
La seconda è quella di Bonconte da Montefeltro, scomparso nella battaglia di Campaldino. Prima di morire invoca il nome di Maria.
L’ultima anima è quella di Pia dei Tolomei che dice di essere stata uccisa in Maremma, per mano di colui che gli mise l’anello al dito.
Allora come oggi, purtroppo, spesso, l’assassino ha le chiavi di casa.