David Coco, dal Teatro Tina Di Lorenzo di Noto, aprirà il percorso dantesco interpretando il primo canto dell’inferno.

Buonasera e benvenuti al Teatro Tina Di Lorenzo di Noto. Quest’anno si celebra il settimo centenario della morte di Dante: il padre della lingua italiana e noi, in collaborazione con l’amministrazione comunale abbiamo deciso di omaggiarlo dedicandogli un evento davvero importante dal titolo Dante nostro contemporaneo.

La Commedia dantesca è  ambientata nel 1300, sono 700 anni. Ma è come fosse  ieri. Perché voi dovete pensare che 700 anni sono 10 persone di 70 anni. Se uno muore a 70 anni e poi ne nasce un’altro che campa altri 70 anni e poi un altro e un altro ancora…insomma mettiamo dieci settantenni uno dopo l’altro…si arriva a Dante…nostro contemporaneo.
Ci sono dei versi della commedia che sono entrati nel lingua parlata, nel linguaggio popolare: Fatti non foste a viver come bruti. Far tremare le vene e i polsi.. il bel paese e la selva oscura L’amor che muove il sole e l’altre stelle. Bene, questo dimostra che la parola e l’immaginario dantesco ci riguardano, davvero, da vicino.
Dante, come del resto tutti i classici, esprime sentimenti e valori universali, ci racconta delle nostre paure e dei nostri desideri più profondi.
Pensiamo a Paolo e Francesca o allo stesso amore di Dante per Beatrice.
Borges sostiene che la triplice architettura del poema Dantesco (inferno, purgatorio e Paradiso) sia stata costruita per introdurvi l’incontro con Beatrice. Morta Beatrice, perduta per sempre, Dante si mette a giocare con la finzione per ritrovarla, per mitigare la sua tristezza.
Faremo una serie di incontri in streaming, 9 per la precisione, sulla Commedia che fu definita solo in seguito Divina dal Boccaccio .
Ci saranno 9 attori che reciteranno 9 canti della Commedia. Tre per ogni cantica. Tre canti per l’inferno, tre per il purgatorio e tre per il Paradiso, il tutto in tre mesi.
Del resto il numero 3 è una costante nell’opera. Ognuna delle tre cantiche è suddivisa in 33 canti, la struttura metrica è fatta di terzine (strofe di tre versi).
Gli attori coinvolti saranno  9  (multiplo di tre).
Tramite le loro interpretazioni, vivremo la paura e il coraggio di un uomo che attraversa questa selva selvaggia, terribile, amara come la morte. Parleremo di un umanità che allora come oggi appare perduta in un tempo buio.. ma che uscirà a riveder le stelle.

Immaginate: è la primavera del 1300: l’anno del primo giubileo. Dante ha trentacinque anni. Si trova smarrito nella selva del peccato. Tenta di uscirne. Trova un varco. Giunge davanti a un colle. Ma tre fiere gli sbarrano la strada: una lonza, un leone e una lupa che rappresentano rispettivamente lussuria, superbia e avarizia. Ecco che appare un’ombra. È Virgilio, simbolo della ragione umana, che si muoverà in suo soccorso. Per ritrovare la salvezza non rimane che un unica via: il viaggio attraverso l’inferno il purgatorio e l’ascesa al Paradiso.

2021-03-08T17:55:39+00:00