A NUMBER

di Caryl Churchill

traduzione italiana Monica Capuani

progetto, scena e regia Luca Mazzone

con Giuseppe Pestillo e Massimo Rigo

costumi Lia Chiappara

disegno luci Mario Villano

Teatro Libero Palermo 

Cosa succede se un padre, dopo la morte tragica della compagna, madre di suo figlio, si ritrova da solo con il proprio ragazzo? Cosa succede se questo padre è giovane e probabilmente con problemi esistenziali così grandi da tenerlo lontano dalla propria compagna e dal proprio figlio? Cosa succede se questo padre, nella società contemporanea, dove la perfezione e l’adeguatezza sono diventati i nuovi dogmi da onorare, vuole avere una nuova possibilità per essere un “bravo” padre? Cosa succede se tutto questo accade dopo il 5 luglio del 1996? Succede che una importante drammaturga inglese, Caryl Churchill, si interroga sul tema della “replicabilità”, sul fatto che l’uomo, oggi, con l’avanzamento vertiginoso del progresso scientifico, può sostituirsi a Dio, può essere esso stesso Creatore e così come il sommo creatore, può creare tutti a sua immagine e somiglianza, oppure tutti i suoi figli così come li vuole, tutti fatti con lo stesso “materiale grezzo di base”, perfetti. Carini. L’alienazione del terzo millennio, potremmo dire. La serialità, l’anonimato, la banalità della replica.  Uno spettacolo che mette davanti ad un fatto compiuto. Un padre e una serie di figli. Una riflessione sul valore della vita umana nella sua unicità, nella irripetibilità di ciascun uomo.

2019-10-20T12:52:06+00:00